Sanità: Di Bella, Scanni dà riposte non documentate Scanni (Aiom) riconferma serietà sperimentazione e non replica
Pubblicato il 17/11/2005
«È facile - afferma Di Bella in una nota - rilasciare pubbliche dichiarazioni non documentate evitando accuratamente di rispondere in un pubblico dibattito alle precise e circostanziate accuse di gravi irregolarità». Il figlio del prof. Di Bella rinnova l’accusa citando un articolo del British Medical Journal che critica la sperimentazione fatta in italia nel 1997 e insiste sul fatto che furono somministrati ai pazienti farmaci scaduti e sostanze contenenti acetone fino a dosi di 850 mg per litro.
In particolare, sulla vicenda dei farmaci scaduti esibisce un verbale dei Nas di Firenze, in cui si afferma che «1048 flaconi di ?soluzioni ai retinoidi (uno dei sette elementi della multiterapia Di Bella, ndr), sono stati distribuiti dallo stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze a 28 centri dei 60 della sperimentazione MDB, oltre il termine massimo di tre mesi», termine fino al quale, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, campioni integri della sostanza non avrebbero presentato «apprezzabile degradazione dei componenti».
Informato delle rinnovate accuse di Di Bella, il professor Scanni, che fece parte della Commissione oncologica nazionale sulla sperimentazione della terapia, oltre che essere stato il responsabile della parallela sperimentazione fatta in Lombardia, ha confermato le dichiarazioni di ieri e ha affermato che non avrebbe replicato più.